Archivio mensile:marzo 2016

Le vittorie fanno gruppo, ma ancor di più le sconfitte

Tania Di Mario, leader della Nazionale di Pallanuoto, Corriere dello sport 30/03/2016

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Non ho mai pensato di essere un giocatore pronto a fare dei record personali perchè il mio modo di ragionare è sempre stato di squadra, sempre pensare al noi e mai all’io. Però io credo che la vita sia bellissima perchè ci fa capire, con questo mio record, che più si ragiona al noi e più vieni premiato come singolo.

GIANLUIGI BUFFON

Vicenza-Cagliari 0-2

32esima Giornata di Serie B, Vicenza-Cagliari.

Mister Lerda debutta sulla panchina del Vicenza dopo l’esonero di Marino ed opta per il modulo 5-3-2.

         Benussi

Laverone  Adejo  Ligi  Sampirisi Pinato

                Vita   Moretti   Bellomo

                  Ebagua  Galano

Rastelli schiera il Cagliari con il consueto 4-3-1-2.

                       Storari

Pisacane  Salamon  Ceppitelli  Murru

         Tello  Fossati   Cinelli

                     Joao Pedro

           Farias                    Sau

La partita inizia con un miglior approccio del Vicenza che sceglie di aggredire il Cagliari per impedire la costruzione di gioco dal basso. Nella fase offensiva, i biancorossi ricercano la soluzione del cambio gioco sull’esterno opposto, grazie soprattutto alle capacità tecniche del mediano Moretti. Il Cagliari ricerca il gioco manovrato, teso a servire i tre giocatori offensivi: in alcuni casi forse eccessivamente invece di ricercare l’ampiezza coi terzini. Nella fase di non possesso il Cagliari sceglie di attendere coi due attaccanti fino a pochi metri avanti la metacampo, il trequartista Joao Pedro compie un lavoro importante di schermo sul mediano avversario Moretti.

Dopo il primo quarto d’ora, complice anche il caldo improvviso, il ritmo cala ed il Cagliari mantiene con più efficacia il possesso palla; il Vicenza chiude però gli spazi agli avversari e non concede così occasioni da rete. Sulla fascia destra, Pinato soffre in uno contro uno Farias ed è costretto a fermarlo fallosamente tanto che al 42’ viene espulso per doppia ammonizione.  Lerda provvede immediatamente ad un cambio, togliendo dal campo Galano per inserire Signori. Il Vicenza si risistema in un 4-4-1 con Sampirisi che si allarga terzino sinistro, a centrocampo Vita si allarga a destra, Moretti (centro dx) e Signori (centro-sn) in mezzo, Bellomo si allarga esterno sinistro ed Ebagua è l’unica punta.

All’intervallo Rastelli effettua un cambio inserendo un attaccante Melchiorri per Tello. Non cambia la disposizione in campo, Joao Pedro arretra interno sn, Cinelli si sposta interno dx, Farias arretra trequartista.

Nonostante l’inferiorità numerica il Vicenza si difende bene, il Cagliari mantiene il possesso ma non con la necessaria velocità tanto che l’occasione più pericolosa è un tiro da fuori area di Salomon. Al 60’ Rastelli sostituisce Joao Pedro con Munari nella stessa posizione.

Al 68’ il Cagliari va in vantaggio grazie ad una grande intuizione di Fossati, il quale, di prima, mette palla dietro le spalle della linea difensiva liberando così Melchiorri che dal fondo mette in mezzo per Cinelli che insacca. (71′)Lerda reagisce allo svantaggio inserendo una punta Raicevic per Bellomo passando così al 4-3-2 (Moretti mediano basso, Vita interno destro e Signori interno sinistro). Rastelli decide di contrastare la presenza di due attaccanti forti di testa con l’inserimento di un terzo centrale difensivo (81’) Krajnic al posto di Sau: il Cagliari si dispone quindi col 5-3-2, Salamon centrale difensivo, alla sua destra Ceppitelli e alla sua sinistra Krajnic. Contemporaneamente anche Lerda effettua l’ultimo cambio sostituendo Vita con il più offensivo Sbrissa. Il Vicenza ci prova generosamente ma, costretta a scoprirsi, concede più spazi e su un contropiede subisce il secondo gol di Melchiorri.

Finisce 0-2, risultato troppo severo per il Vicenza che ha contrastato bene la forte squadra avversaria nonostante 48 minuti di inferiorità numerica.

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“L’allenatore deve essere una buona persona che rispetta gli altri, ma che ha la forza necessaria per far si che gli altri lo rispettino”.

Ettore Messina

Chiediamolo al… MENTAL COACH

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Moreno Marchesini è Mental Coach professionista dal 2013. Allenatore abilitato UEFA B, da più di dieci anni ha guidato e guida squadre di settore giovanile e prime squadre in Emilia. Ha risposto con generosità a tre domande di GENIUS COACH sull’ ALLENAMENTO MENTALE. E’ a disposizione di tutti gli utenti che volessero porre quesiti sull’argomento, scrivendo a geniuscoach2016@gmail.com

Ritieni che la componente Psicologica venga adeguatamente allenata a livello professionistico? E a livello Dilettantistico?
Partiamo dal presupposto che la componente psicologica è determinante per la prestazione di qualsiasi calciatore dunque l’allenatore deve svilupparla in maniera metodica, al pari degli aspetti tattici, tecnici e condizionali. All’atto pratico, per molti allenatori non è ancora così: si pone maggiormente l’attenzione sugli aspetti menzionati a svantaggio dell’allenamento mentale. Probabilmente la si ritiene una componente facile da allenare e ci si sente in possesso di tutti gli strumenti efficaci, salvo poi tirare fuori “la testa” per spiegare gli insuccessi.
Il tema è complesso, non si tratta semplicemente di stimolare con delle parole; il cervello è una scatola magica fantastica, studiarlo ed imparare a conoscerlo costituirà il punto di svolta per una grande crescita prestazionale dei calciatori.
Ritengo quindi fondamentale per un grande mister aprire le porte del proprio staff anche ad un bravo preparatore mentale; a livello dilettantistico, per ovvie ragioni logistiche e di costi, può non essere possibile affidarsi ad una figura di riferimento per l’allenamento mentale, ma, avendo lavorato anche coi calciatori dilettanti, i risultati di un lavoro scientifico hanno gli stessi effetti. Tutto è là dentro, nella testa del calciatore: la sua voglia di essere protagonista in quello che fa, che è sostanzialmente la cosa più bella per lui, giocare al calcio.
Concludo dicendo che, seppure in ritardo rispetto a quanto avviene all’estero, qualcosa si muove finalmente anche in Italia: tanti colleghi operano da tempo con singoli calciatori e, in casi come il sottoscritto, possono essere anche a disposizione delle società o del mister in prima persona, garantendo risultati importanti.
Spesso si rischia di fare confusione parlando di Motivatore, Psicologo dello Sport e Mental Coach: ci aiuti a fare chiarezza?
Nel panorama sportivo e nel calcio possono essere presenti queste tre figure. Cominciamo col dire che lo psicologo dello sport è un laureato in psicologia con master in psicologia sportiva, mentre il Mental Coach è una figura abilitata in seguito a frequenza di un master in Mental Training. Il motivatore è una figura che non richiede una specifica qualifica.
Ci sono diverse scuole che formano Mental Coach: oltre allo studio ritengo però necessaria una certa predisposizione ed una forte attitudine all’ascoltare ed all’entrare in sintonia con chi ti parla.
Andando più nello specifico del mio lavoro di Mental Coach, si tratta di concentrarsi sull’ottenimento della performance ottimale: attraverso tecniche di allenamento mentale il calciatore acquisisce gli strumenti necessari al raggiungimento degli obiettivi che si è prefissato, a breve, medio o lungo termine. Possiamo intendere questa figura come un acceleratore delle potenzialità: se pensiamo alla brevità della carriera di un calciatore capiamo quanto sia indispensabile trarre il massimo da ogni annata sportiva. L’idea generica che il Mental Coach dia consigli è infondata: egli piuttosto fa sì che lo sportivo prenda coscienza dello stato delle cose e venga guidato verso gli obiettivi prefissati.
Per quanto riguarda l’opera svolta dallo psicologo dello sport e dal motivatore non entro nel merito e sarebbe più opportuno rivolgersi a loro.
Quali sono le principali nozioni che un allenatore può apprendere dal lavoro di formazione svolto con Roberto Civitarese, il Mental Coach dei calciatori professionisti?
Io mi ritengo fortunato in quanto sono l’unico allenatore abilitato che ha ottenuto la certificazione dal più grande di tutti, Roberto Civitarese. Avere appreso gli strumenti e i segreti del mio mentore ha fatto sì che, negli anni successivi, ho ottenuto da allenatore notevoli miglioramenti nella gestione della squadra e nel rapporto coi singoli calciatori. Come Mental Coach seguo calciatori ed allenatori e la cosa che più mi gratifica è vedere in pochissimo tempo miglioramenti tangibili! Mister che risolvono problemi di spogliatoio e trovano continuità di rendimento per la propria squadra. Calciatori che acquisiscono consapevolezza dei propri enormi mezzi raggiungendo obiettivi determinanti per la loro carriera sportiva.
Grazie alle competenze acquisite frequentando il master sono ora in grado di sviluppare al meglio ogni dinamica con la squadra e i calciatori singoli, rendendo l’ interconnessione tra loro il vero punto di forza per portare a termine i grandi traguardi prefissati.
Il calciatore ha un potenziale dentro di sé, molto spesso inespresso per scarsa condizione mentale. In altri paesi hanno capito per tempo il grande valore aggiunto dato dalla presenza nello staff di un bravo Mental Coach. In Italia ci stiamo svegliando, siamo ancora molto indietro, questione di cultura sportiva, ma confido in un cambio di rotta che “sento” avverrà molto presto.

LUNEDI 31 OTTOBRE 2016 – NELLA “TESTA” DI OGNI ATLETA – FULL IMMERSION CON IL MENTAL COACH MORENO MARCHESINI