Archivio mensile:ottobre 2016

Sento molto i match, ora questo non è un problema

Dominika Cibulkova, Tennista slovacca n.5 del Ranking WTA, Gazzetta dello sport 31/10/2016

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Mi concentro esclusivamente su quel che posso controllare

Paulo Sousa, allenatore della Fiorentina, CORRIERE DELLO SPORT – STADIO 20/10/2016

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Il Mental Coach Professionista Moreno Marchesini commenta per GENIUS COACH:

“La comunicazione efficace è uno strumento fondamentale a disposizione del mister poichè permette di incanalare le giuste energie spostando il focus su quello che serve e che è sotto il nostro controllo”

La Comunicazione Efficace è uno dei temi che verranno trattati il 31 ottobre nel corso della Full Immersion – Nella “Testa” di ogni atleta  !

L’obiettivo è un pesante fardello o un necessario carburante?

Pepe Reina, portiere del Napoli, GAZZETTA DELLO SPORT 12/10/2016

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Per ragionare su questo quesito GENIUS COACH ha chiesto un parere al Mental Coach Professionista Moreno Marchesini.

“Ecco un esempio di come l’obiettivo possa essere schiacciante per qualcuno ed invece costituire un carburante indispensabile alla performance vincente di un altro atleta. Quel che è sicuro è che l’allenatore si trova davanti ad un grande e stimolante compito: quello di calibrare bene un obiettivo così che possa essere “veramente performante” per il singolo e per la squadra. ”

L’individuazione e la costruzione di un obiettivo stagionale è uno dei temi che verranno trattati il 31 ottobre nel corso della Full Immersion -Nella “Testa” di ogni atleta” !

NELLA “TESTA” DI OGNI ATLETA

LUNEDI 31 OTTOBRE 2016 ore 19,30 Bologna

NELLA “TESTA” DI OGNI ATLETA

L’Allenatore Leader per una performance vincente

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Una serata di full immersion assieme al Mental Coach Professionista Moreno Marchesini ci aiuterà a capire come determinate competenze in ambito comunicativo e gestionale possono migliorare concretamente il lavoro dell’allenatore di qualsiasi disciplina.

Le idee appartengono a tutti, e io ne ho rubate quante più ne potevo

Josep “Pep” Guardiola, HERR PEP, Libreria dello sport 2014

Chiediamolo al… MISTER

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Fabio Lopez è un allenatore italiano che dal 2006 ha intrapreso una carriera professionistica fuori dai confini nazionali, un’esperienza unica che lo ha portato a confrontarsi con culture calcistiche e popolazioni molto diverse tra loro.

CT della Nazionale del Bangladesh con la quale ha partecipato alle Qualificazioni Mondiali, Allenatore nella massima serie di Lituania, Malaysia, Indonesia, Maldive, in tutte le sue esperienze è riuscito ad imporsi con grande professionalità ed ha ottenuto dovunque ottimi risultati.

Ha accettato con grande gentilezza la richiesta di rispondere a tre nostre domande.

Alla luce delle tue diverse esperienze estere, quali ritieni essere gli aspetti principali che un allenatore deve considerare per svolgere al meglio il suo lavoro ?

Difficile poter rispondere in modo sintetico a questa domanda. Sono certo che una dote indispensabile per affrontare determinate situazioni, parlo soprattutto di paesi extraeuropei, è una grande capacità di adattamento che consenta di adeguarti velocemente alla cultura differente e alle esigenze societarie. Chi è abituato al grado di professionalità del nostro calcio deve sapere che si troverà spesso a lavorare ad un livello molto inferiore. In particolare, ho più volte dovuto constatare la mancanza di rispetto dei ruoli, le gerarchie non sono ben definite e succede che i rapporti tra societàgiocatori e società-mister non siano quelli auspicabili. Spesso in questi paesi l’allenatore viene considerato un mero esecutore di ordini sul campo e questo fa si che sia difficile farsi apprezzare, farsi conoscere e far conoscere il nostro vero ruolo. E’ questo il motivo principale delle frequenti rescissioni di contratto che riguardano soprattutto noi allenatori provenienti dal calcio europeo. Nella maggior parte dei casi i club tendono ad avere un atteggiamento da padre padrone nei confronti dei giocatori, dimenticando che noi alleniamo degli atleti e non delle macchine e questo a mio parere è fonte di risultati negativi. Per poter lavorare in questi contesti bisogna adattarsi ma essere forti caratterialmente.

Entrando più nello specifico sul campo, che tipo di lavoro hai svolto nel corso degli anni?

Ho guidato spesso club di livello calcistico medio alto, pur non avendo mai allenato squadre attrezzate per la vittoria del campionato. Dal punto di vista metodologico, in sintesi posso dire che il 75-80 % del lavoro è svolto con la palla, spesso sin dal riscaldamento. Non disdegno comunque il lavoro atletico a secco, in determinati momenti della stagione. Tatticamente amo avere giocatori adattabili in più ruoli, è una convinzione che mi porto dietro da tanti anni e che sostengo con forza. Per fare un esempio pratico, già anni fa ero convinto che giocatori come De Rossi potessero giocare sia nella zona centrale del campo sia più indietro nel ruolo di difensore centrale. I fatti mi hanno dato ragione…allo stesso modo penso che tanti famosi esterni d’attacco possono giocare anche nel ruolo di difensore esterno. Nella tattica in fase di non possesso palla ritengo fondamentale lavorare sulla chiusura delle linee di passaggio, forzando la squadra avversaria a giocare palla nelle zone da me preferite e da loro deboli: esercitare quindi un pressing ad invito, anche alto, con l’obiettivo di indirizzare l’avversario forzandone le aree di gioco per ridurre spazi e tempi di giocata, allo scopo di facilitare il recupero palla e la transizione positiva.

L’Idea di gioco è sempre modificabile, molto dipende dalle qualità individuali, certo ritengo fondamentale NON PRENDERE GOAL quindi lavoro molto e costantemente nella fase di non possesso. Il lavoro sulla fase offensiva parte dalla costruzione dell’azione e dai principi di occupazione dello spazio dei giocatori, poi è giusto lasciare spazio alla fantasia dei singoli.

Cosa pensi e che esperienza hai riguardo alla Analisi Video?

Considero il supporto del videoanalista tattico sicuramente importante per il buon funzionamento della squadra, al pari degli altri componenti dello staff; tutti utili ma nessuno determinante di per sé. E’ la somma di questi fattori, coordinata dalla figura del mister, che determina la bontà del lavoro. Sicuramente è importante poter disporre di dati che riguardano sia la squadra avversaria ma anche la nostra, poiché ti permette di individuare determinati problemi sui quali andare a lavorare sul campo.

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